Comunicati Stampa
Via Idro: la violenza paternalista dell'amministrazione comunale.
15/03/2016
Via Idro: la violenza paternalista dell'amministrazione comunale.
Chi abita in Via Idro?
Cittadini rom italiani.
Perché abitano lì?
Perché hanno ricevuto dal Comune quelle piazzole a tempo indeterminato. Ci abitano
regolarmente da 26 anni.
Crediamo sia fondamentale partire da queste due semplici
domande per riflettere su cosa sta succedendo in via Idro: dei cittadini
italiani sono costretti a lasciare le loro case perché è stato deciso che,
vivere lì, è pericoloso.
Cittadini italiani, per così
dire, dato che hanno il difetto di essere rom.
"L'amministrazione comunale chiude il suo mandato
instaurando una nuova eccezionale prassi di sgombero: il paternalismo violento
è il metodo e i cittadini rom le cavie perfette. L'amministrazione comunale
prima, a suo tempo, concede le
piazzole, poi decide che non ci
si può più vivere, offre delle soluzioni alternative abitative discutibili, peggiorative e
neanche omogenee per tutti i nuclei
familiari e chiude il campo. Proviamo una profonda tristezza nel vedere le famiglie che, sotto il ricatto secco del prendere-o-lasciare, abbandonano le case in cui hanno vissuto per tanti
anni.
Tutto ciò è possibile perché sono cittadini rom, e dei
rom, diciamo la verità, non importa niente a nessuno. Anzi. Azioni di questo
tipo sarebbero impensabili nei confronti di qualsiasi altra
minoranza. La violenza contro i rom è, invece, trasversalmente accettata e
condivisa." Dichiara Pietro Massarotto, presidente del Naga.
"I proclami vittoriosi di sgombero da parte delle amministrazioni comunali di ogni colore, oltre a dimostrare l'incapacità della politica di
confrontarsi con la 'questione rom', nascondono il desiderio perverso di vedere
scomparire, una volta per tutte, quelle sparute
centinaia di fastidiosi rom che insistono a vivere nella nostra
città. Come se a forza di sradicarli, distruggendo le case e demolendo i loro spazi, prima o poi li si possa far scomparire. Non succederà. Neanche con metodi (forse) leciti ma senz'altro ingiusti." conclude il Presidente del Naga.
Info:
349 160 33 05 - naga@naga.it